Testimonianza di Sandi e Domenic Apap

Sandi: Santità, io – Sandi – e mio marito Domenic ci siamo sposati 29 anni fa, dopo tre anni di fidanzamento. Dopo un anno, il Signore ci donò una figlia, Nicole, che poche settimane fa ci ha resi nonni, quando insieme a suo marito Christian ci hanno regalato la piccola Thea.

A 23 anni, dopo soli quattro anni di matrimonio, mi è stata diagnosticata una sclerosi multipla. Da quel momento in poi la nostra vita cominciò a cambiare, e con il passare del tempo e l’aumento dei sintomi di questa condizione fisica alcuni sogni della nostra gioventù svanirono nel nulla. In questi ultimi mesi la situazione si è più complicata a causa della mia immobilità, che ha portato ad altre complicazioni, addirittura alla positività al covid.

É stato difficile accettare questa malattia. Spesso mi chiedevo perché il Signore permettesse tutto questo e non nascondo che a volte chiedevo, “Signore, dove sei?”. Ma non so perché, qualcosa sempre mi tratteneva dalla disperazione e dicevo, “Signore, tu conosci la mia storia. Lascio tutto nelle tue mani.”

Adesso sento che il segnale più grande che il Signore mi dona del suo amore e della sua vicinanza sono mio marito e mia figlia, che da sempre mi sono accanto e sono di grande sostegno nei momenti più difficili della mia vita.

Domenic: Santità, se mia moglie Sandi ha detto che io e nostra figlia siamo stati un regalo per lei, è vero anche che lei è stata il regalo più grande di Dio per noi! L’esperienza di sofferenza che abbiamo vissuto e che continuiamo a vivere insieme, non soltanto non ci ha distrutti o allontanati l’uno dall’altro, ma ci ha uniti ancor di più, rafforzandoci nell’amore reciproco come famiglia.

Come Sandi, anche io più volte mi sono rivolto al Signore, dicendogli, “Signore, perché io? Perché mia moglie? Perché la nostra famiglia?” Confesso che non sempre ho trovato la risposta che desideravo. Ma pian piano il Signore mi ha donato la grazia di capire poco alla volta che questa era la mia missione: essere vicino a mia moglie e insieme a lei portare la croce. Ho imparato che quando la sofferenza si vive con amore, non rimane tale ma diventa gioia. Sono certo che in questo cammino ci ha molto aiutato la Parola di Dio, che io e Sandi meditavamo durante gli incontri di Lectio Divina.

Anche se a volte ci sono momenti dove mi sento vacillare, in qualche modo il Signore sempre mi dona la forza per continuare questa via crucis assieme a mia moglie. Dio è con noi, ci ama, e non ci lascerà soli. Perciò guardiamo avanti con grande fiducia in Dio, pronti ad accogliere tutto con gioia dalle sue mani, affidandoci non alle nostre forze ma alla sua grazia.

Sandi: Santità, preghi per noi e ci benedica.


Testimonianza di Jennifer Cauchi

Santità,

per arrivare da un posto all’altro di questa piccola isola ci vuole pochissimo tempo, ma Gozo offer alcuni posti splendidi dove uno può non solo riposarsi, ma anche trovare ristoro quando attraversa periodi difficili nella vita. Era ciò che cercavo alcuni anni fa, una domenica pomeriggio, quando sono partita in macchina senza alcuna meta. Mentre passavo davanti al santuario di Ta’ Pinu notai la porta aperta e qualcosa mi spingeva ad entrare: era la voce della Madre che mi chiamava, come fu 140 anni fa per Carmela Grima. Da quel giorno il suantario è rimasto la mia destinazione principale.

Vieni, perché da Maria si trova la pace a cui si anela e nel suo abbraccio il tesoro che riempie di gioia: Gesù. Da questa dolce dimora, Maria continua a chiamare e a donare speranza ai pellegrini che vengono a visitarla: giovani, anziani, famiglie, religiose e religiosi. Qui ciascuno si sente accolto e tutti possono deporre ai piedi della Madre le loro sofferenze e le loro gioie.

Questa è la casa dove si cerca il silenzio, lontano dai rumori e dalle distrazioni. Addirittura nelle prime ore della notte qui si possono incontrare persone, fra cui tanti giovani, che sostano al silenzio del sagrato del santuario per conversare con la Madre. Tante nostre famiglie vengono a pregare il santo Rosario davanti ai mosaici (del Rosario), quella preghiera che Lei, nel suo Video messaggio, ha descritto come “la bellezza di una preghiera contemplativa, semplice e accessible a tutti”.

Si capisce allora perché, nel suo viaggio nelle nostre isole, una visita che ci rempie di tanta gioia, non potevamo accoglierLa in nessun altro luogo a Gozo se non in questo santuario tanto caro per noi. Ci auguriamo che anche per Lei questa visita la riempia di ristoro e di pace.

La nostra preghiera per Lei non cessa mai affinché la Madonna Ta’ Pinu continui ad accompagnarla e proteggerla nella sua missione.


Testimonianza ta’ Francesco Pio Attard

Carissimo Papa Francesco,

la Sua visita a Gozo che teneramente chiamiamo “l’isola delle tre colline”, ai piedi di questo santuario mariano tanto amato dal nostro popolo dove si venera l’icona religiosa più cara per la nostra nazione, avviene in un periodo veramente provvidenziale. Come un padre che ha tanto a cuore i suoi figli, Lei è venuto per confermarci nella fede, quella fede che l’apostolo Paolo ci ha portato quando la nave su cui viaggiava naufragò sulle nostre coste.

Lungo i secoli questa fede, che ci è stata trasmessa dai nostri genitori, dai catechisti e dalla testimonianza di tanti missionari, è stata mantenuta accesa come una lampada dai nostri padri. Ma è anche una fede messa a dura prova dalle sfide e dalle tempeste che non solo scuotono le nostre coste ma sfidano anche la cultura nella quale siamo immersi.

In una nazione cattolica, con un tessuto sociale composto da tante realtà diverse, questa fede si trova oggi disorientata fra le tradizioni religiose che abbiamo ereditato e l’autenticità del discepolato cristiano. Più di prima la nostra chiesa è chiamata ad essere profetica, ad offrire un’alternativa all’indifferenza, a farsi compagna dei cuori feriti, a dare una risposta alle domande sulla vita e sulla morte, ad essere acqua che sazia la sete dell’aridità di tanti cuori.

Santità, molti oggi si chiedono come questo tesoro, affidatoci in vasi di creta, lo possiamo testimoniare al mondo in tutta la sua bellezza. Non poche volte ci sentiamo sfiduciati dall’indifferenza, dalla letargia, dalle piccole divisioni fra di noi, e altro ancora che ostacola lo Spirito nel compiere la sua opera. Ma dall’altro lato, lo stesso Spirito continua a suscitare nuove iniziative di formazione, di fraternità, di carità, fondate sulla Parola e attorno all’Eucaristia, che sono davvero un nuovo stimolo per vivere ‘la gioia del vangelo’!

Grazie al Suo insegnamento tanto prezioso ci sentiamo chiamati più di prima ad essere discepoli missionari.

Carissimo Papa Francesco, etimologicamente il nome di Gozo significa gioia. Il nostro cuore oggi è pieno di gioia per la sua presenza in mezzo a noi. Le esprimiamo la nostra gratitudine così come abbiamo fatto con il suo predecessore san Giovanni Paolo II che ha scelto di visitarci per confermarci nella fede del Cristo risorto. Le assicuriamo la nostra preghiera perché la sua missione continui a guidare il cammino del popolo santo di Dio.

F’nazzjon b’wirt Kattoliku, imma li llum it-tessut soċjali tiegħu hu minsuġ minn tant realtajiet differenti, din hi fidi li sabet ruħha wkoll titliegħeb bejn id-drawwiet reliġjużi li writna u l-awtentiċità tad-dixxipulat Nisrani. Il-Knisja f’pajjiżna llum iktar minn qatt qabel qed tiġi msejħa tkun profetika, toffri alternattiva għall-indifferenza, akkumpanjament fejn hemm il-qlub midruba, tweġiba quddiem il-mistoqsijiet dwar il-ħajja u l-mewt, ilma li jaqta’ l-għatx tan-nixfa fil-qlub ta’ bosta.

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